giovedì 9 luglio 2015

E ‘l modo ancor m’offende storie di donne offese dalla violenza. Testo di Giuliano Turone con Alessandra Mandese e Giuliano Turone. Regia di Igor Grčko



Amor condusse noi ad una morte / Caina attende chi a vita ci spense...  
Questo spettacolo di teatro civile sulla violenza “di genere”, che si dipana attraverso il dialogo tra un professore eccentrico e un’aspirante docente di "educazione all'uguaglianza di genere", si apre non a caso con i versi di Dante dedicati a Francesca da Rimini.  Infatti Francesca, di violenze di genere, ne ha subite più d’una:  il matrimonio con l’aborrito Gianciotto Malatesta, impostole con un perfido inganno, la costrizione a subire poi per sempre lo stupro continuato da parte del marito tiranno e non voluto, infine la morte infertale da quel marito dopo che questi aveva scoperto la relazione di lei con suo fratello Paolo. La triste vicenda di Francesca da Rimini ha ispirato molti altri poeti e artisti, che hanno voluto variamente esprimere la loro solidarietà alla sfortunata eroina. Tra questi autori troviamo anche Gabriele D’Annunzio, che nella sua tragedia Francesca da Rimini non manca di mettere alla berlina gli artefici dell’inganno malvagio tramato ai danni della ragazza e si sofferma anche sul ruolo sostanzialmente complice svolto dal bel Paolo nella vicenda.   Una storia, quella di Francesca da Rimini, che sembra ideale per accompagnarci in un viaggio nella realtà odierna.  Ed ecco allora gli attuali e innumerevoli episodi incresciosi di violenza sulle donne, che vanno dagli abusi più diversi al femminicidio. Sul versante italiano la pièce si sofferma in particolare sulla storia di Franca Viola, che nella Sicilia degli anni Sessanta seppe negare il “matrimonio riparatore” a colui che l’aveva rapita e stuprata, e sulla storia recente di Lucia Annibali, sfregiata nel volto con un acido dall’ex fidanzato:  due donne che hanno dimostrato al mondo intero di essere infinitamente più forti e dignitose dei loro miserabili aguzzini, processati e condannati a pene esemplari.  Ma lo spettacolo si sofferma anche su episodi di cui ci arriva notizia da altre parti del mondo.  Ed ecco allora che Dante, poeta universale, ci da lo spunto per riflettere anche sull’universalità del problema violenza di genere e sulla necessità di una battaglia culturale di dimensioni altrettanto universali.  Una battaglia culturale i cui passaggi sono oggi puntualmente indicati in un'apposita convenzione internazionale del Consiglio d'Europa, la Convenzione di Istanbul in vigore dall'agosto 2014, la quale obbliga tra l'altro gli Stati membri ad impegnarsi nella ricerca di rimedi – educativi e legali – a questo terribile fenomeno.  In particolare la Convenzione raccomanda agli Stati membri di introdurre nella scuola primaria e media inferiore l'educazione all'uguaglianza di genere (talvolta detta anche educazione sentimentale) come possibile efficace antidoto alla violenza sulle donne per le prossime generazioni e sul presupposto, quindi, che gli innumerevoli attuali episodi di violenza di genere possano diventare, per le prossime generazioni, reminiscenze di tempi lontani. 
Giuliano Turone
Autore e interprete maschile di questo spettacolo, è stato magistrato in servizio attivo dal 1969 al 2007, impegnandosi in inchieste di criminalità mafiosa, economica ed eversiva. Negli anni Settanta istruì il primo processo sulle attività criminali di Cosa Nostra in Lombardia, che portò allʼarresto del capomafia Luciano Liggio. Oggi insegna tecniche dellʼinvestigazione allʼUniversità Cattolica di Milano. Appassionato di teatro e recitazione dal 1990 circa, oggi produce e rappresenta spettacoli di teatro civile di sua creazione. Ha creato ed è il responsabile del sito internet Dante Poliglotta (www.dantepoliglotta.it), con un archivio di circa 200 edizioni di traduzioni della Divina Commedia in oltre 60 lingue e dialetti diversi.

Alessandra Mandese
Ha conseguito il diploma di attrice di prosa presso la scuola triennale  di "Espressione e Interpretazione scenica" del Teatro Pubblico Pugliese di Bari (vincitrice di borsa di studio) diretta da Orazio Costa Giovangigli. Contemporaneamente ha frequentato il DAMS (Discipline Arte Musica e Spettacolo) presso l'Università di Bologna, specializzandosi in Teatro. Seguendo gli insegnamenti di Orazio Costa  si  è appassionata alla lettura espressiva e poetica  e, più in generale, al Teatro di Parola. Attualmente, oltre a recitare, insegna dizione e recitazione, conduce un programma radiofonico e presta la sua voce per documentari, redazionali, spot pubblicitari per radio TV e piattaforme multimediali.

Igor Grčko
Proveniente dall’Accademia di Arte Drammatica di Zagabria, inizia la sua attività da regista teatrale in Italia nel 1991. Dopo aver frequentato i corsi di Beatrice Bracco è stato scelto da Mario Martone (allora direttore del Teatro di Roma) per partecipare al seminario sul Teatro Contemporaneo, crea un suo personale percorso di formazione attoriale e fonda, a Roma, il Centro Formazione Attori, accademia per attori professionisti della durata di tre anni. Attualmente è impegnato in diversi progetti teatrali di cui la maggior parte hanno come tema la condizione femminile nella società odierna.

SCHEDA TECNICA

Lo spettacolo viene presentato a ingresso libero su invito di associazioni o enti.

DURATA:
55 minuti

MATERIALE:
Scenografia:  un tavolo e due sedie. 
Tendenzialmente lo spettacolo si fa senza microfono.
Solo se l'acustica lo esige, si richiede l’uso dei microfoni. 
Impianto audio per la diffusione di musica preregistrata.
La compagnia è provvista del tecnico luci e suono.

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