L’indagine sul campo
condotta da Mattia De Pascali, laureato in cinema, televisione e produzione
multimediale al DAMS di Roma Tre, è volta a verificare lo stato dell’industria
cinematografica nel Salento, anzi più precisamente a capire se quest’industria
esiste oppure no, a partire da una domanda semplice: cosa ne è di chi vuol far
cinema nel Salento? Quella di Mattia De Pascali si presenta come una vera e
propria ricerca sul campo con interviste ai vari addetti ai lavori: giovani
registi, produttori e sceneggiatori che sono al lavoro sul territorio salentino
e attraverso la loro esperienza offrono uno spaccato della realtà di questo
settore forse ancora poco indagato in tutte le sue potenzialità. L’idea che si
ha dopo aver letto questo agile libro è che ci sia moltissimo entusiasmo, molte
idee, molti giovani talenti, la maggior parte formatisi da autodidatti, che
però non hanno a disposizione risorse per realizzare i loro progetti. Tra chi
pensa che i finanziamenti della Regione (tramite la Apulia Film Commission)
siano solo un piccolo aiuto e chi dice che addirittura sono dannosi perché
drogano il mercato, il comune denominatore è che non ci siano alternative
valide per produrre film, corti e documentari e neanche una vera scuola per
formare le maestranze che per adesso vengono all’occorrenza da Roma e a Roma
ritornano. La provincia di Lecce è apparsa sporadicamente in sala e spesso
sotto il segno dell'anonimato, almeno fino al 1996, anno di uscita di Pizzicata
di Edoardo Winspeare. Con l'avvicinarsi del nuovo millennio, però, saranno
sempre di più le produzioni che sceglieranno come meta il Salento, fino
all'esplosione dei giorni nostri. Salento come meta turistica, Salento come
scenografia. Un binomio che nell'immaginario di molti, in particolare i
giovani, ha trasformato questa terra nel luogo del mito.
Il Salento resta terra
di migrazione per troupe provenienti da fuori, una miniera scoperta forse
casualmente e sfruttata il più possibile, un luogo dove manca chi possa
investire del suo per promuovere un’industria in grado di crescere su basi solide
e non essere alla mercé di tagli e crisi economiche. In questo panorama di
fiction e film d'assalto qualche regista autoctono è riuscito a fare il proprio
film e magari iniziare un percorso, ma ciò non garantisce un futuro per chi
vorrà intraprendere la stessa strada tra dieci o vent'anni. I giovani saranno
ancora costretti ad andare fuori per fare cinema? Cosa stiamo facendo per
promettere loro una possibilità in questo settore? C'è chi queste domande ha
iniziato a farsele e chi sta provando a trovare delle risposte.
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