Il neorealismo
attraversa la storia del cinema e della cultura italiana come una sorta di
fantasma. Viene continuamente evocato sia da chi ne vuole distruggere la
mitologia sia da chi cerca di recuperarlo e riattivarlo nelle dinamiche della
contemporaneità. Il neorealismo è l'espressione di un periodo storico, delle
sue rovine, dei suoi traumi, dei suoi desideri; è la manifestazione, ibrida e
contraddittoria, di una nuova estetica; è un formidabile meccanismo generatore
di immagini capaci di "resistenza" al tempo e passibili, insieme, di
continue sopravvivenze. Mescolando varie prospettive e metodologie di ricerca,
questo libro analizza le vedute e le visioni neorealiste come campi di
tensioni, forze dinamiche che operano in molteplici direzioni: iconografiche,
concettuali, tematiche, stilistiche, narrative, discorsive, produttive,
ricettive. Le immagini del neorealismo sono contemporaneamente quelle impresse
nei film del dopoguerra, quelle costruite dai discorsi dei critici e dei
teorici, quelle che sono rimaste nella memoria collettiva e che tornano, con la
loro aura di inattualità, a incidere su molte esperienze, disperse nello spazio
e nel tempo, di riconquista cinematografica di un'identità antropologica ed
estetica.
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